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Il vero volto di Vincenzo Bellini

Una vita breve, ma intensa. Sono bastati 33 anni e appena dieci opere a proiettare Vincenzo Bellini nell’empireo della musica e nel cuore di tutti gli appassionati dell’arte dei suoni.

Nato a Catania il 3 novembre del 1801, il giovane Cigno lasciò ben presto la sua Sicilia per assecondare quel genio musicale che, ancora adesso, risuona nei teatri di tutto il mondo. In Francia, a Puteaux, il 23 settembre 1834, Bellini fu colto da morte prematura all’apice del suo successo, stroncato, molto probabilmente, da una malattia infettiva che lo colpì all’intestino.
L’improvvisa fine del compositore suscitò commozione e perplessità: la popolarità e l’avvenenza di Bellini diedero adito a dubbi e speculazioni, si parlò di omicidio passionale, di avvelenamento, tesi mai confermate e presumibilmente inverosimili.

Uno studio dell’Università di Catania, condotto dai gruppi di ricerca Reverse engineering and rapid prototyping, composto da Salvatore Massimo Oliveri, Gabriele Fatuzzo e Gaetano Sequenzia, e Image Processing Laboratory – IPLab, formato da Filippo Stanco, Dario Allegra e Filippo Maria Milotta, dal titolo “A method for similarity assessment between death mask and portraits through linear projection: The case of Vincenzo Bellini”, getta però nuove ombre sulla morte del genio catanese.

In video, i docenti Salvatore Massimo Oliveri (Dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica e Informatica), Filippo Stanco e il ricercatore Dario Allegra (Dipartimento di Matematica e Informatica) raccontano le tappe della loro ricerca e i procedimenti tecnici utilizzati, con gli interventi di Maria Rosa De Luca, docente di Musicologia e Storia della musica (Dipartimento di Scienze Umanistiche).

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